Restauro carta, rivolgiti ai professionisti del settore

restauro carta

Tutti i materiali organici tendono a deteriorarsi nel tempo: pergamena, carta e legatura non fanno eccezione. I libri antichi, i documenti d’epoca, nonché qualsiasi materiale archivistico, richiedono spesso interventi di restauro volti al ripristino delle funzionalità (“restauro conservativo”) o al consolidamento di ciò che è sopravvissuto al tempo (“restauro preventivo”). La buona riuscita di queste delicate operazioni è ovviamente legata alla profonda conoscenza della struttura molecolare della cellulosa e dei vari materiali che completano il documento da preservare (additivi, colle animali e vegetali, pigmenti, inchiostri); ma anche l’esperienza conta moltissimo, sia in termini di buona manualità sia di consapevolezza delle molte tecniche di restauro. Per compiere questo tipo di operazioni di recupero e conservazione è importantissimo quindi affidarsi a seri professionisti

 

Restauro carta: le cause del degrado

Le condizioni ambientali sono senz’altro tra i più importanti elementi da controllare ai fini di una corretta conservazione. Essendo la carta in grado di assorbire le molecole d’acqua presenti nell’aria, l’umidità è il primo nemico da scongiurare: un libro dovrebbe essere conservato in ambienti con temperatura tra i 18 e i 25 °C e umidità tra il 50 e il 60%. Meglio guardarsi anche dalle fonti di luce ultravioletta e/o solare troppo forti e dirette, che possono causare reazioni di ossidazione provocando perdita di colore. La cellulosa di cui è fatta la carta, come si è detto, è un composto organico (così come il cuoio e la pelle delle legature) e come tale, soprattutto in condizioni di scarsa igiene, può essere aggredito da insetti e roditori (e qui la disinfestazione è d’obbligo), batteri e funghi, che lasciano sulla superfice perforazioni ed erosioni; anche in questo caso la temperatura e l’umidità giocano la loro parte. Esaurite queste cause di “biodeterioramento”, entra in gioco il fattore umano: la cattiva manipolazione dei libri, con conseguenti strappi e altri danni meccanici, è una delle cause più frequenti del loro degrado. I materiali stessi utilizzati nella fabbricazione del documento possono rivelarsi dei fattori di debolezza: per esempio, alcuni inchiostri molto usati nell’antichità si sono rivelati troppo acidi e hanno finito così per corrompere il supporto. Infine, alcune sostanze comunemente usate per le riparazioni amatoriali (colle non professionali, nastro adesivo) possono rendere particolarmente fragile il materiale. 

 

Il restauro non invasivo

Posto che le linee di indirizzo in termini di restauro sono definite dal Ministero della Cultura, tendenzialmente il buon intervento è quello “non invasivo”, che cerca cioè di conservare il documento il più possibile nella sua forma originaria, recuperando e restaurando le parti danneggiate. In questa operazione di preservazione dell’originale è molto importante la scelta dei giusti materiali, appropriati non solo per ragioni di meccanica e chimica ma anche in termini di gusto, e quindi adatti all’estetica dell’epoca. La lavorazione è senz’altro complessa, ma in realtà è soprattutto la formulazione del progetto di intervento a richiedere i tempi più lunghi. Qualsiasi oggetto, anche quello di produzione industriale, vive di una sua particolare storia – di fabbricazione ma soprattutto di uso, e quindi di degrado. Ciascun progetto di restauro è quindi a sé e parte dall’analisi dell’oggetto da restaurare: il documento è sottoposto a un vero e proprio screening, spesso attraverso una particolare tecnica di campionamento a raggi infrarossi (ATR-FTIR, riflessione totale attenuata) che permette di rilevare la composizione dei materiali cartacei e della colla utilizzata, nonché del tipo di degrado in corso. Una volta identificato il problema, il restauratore conduce diversi test preventivi, valutando con cautela quali siano le tecniche e i materiali più adeguati alla sua risoluzione. 

 

Come nuovo: la rilegatura

Non si dovrebbe giudicare il libro dalla sua copertina, ma non per questo essa è poco importante: senza avremmo tra le mani una semplice pila di fogli sparsi. Ancora oggi ci sono dei documenti ufficiali che vanno assolutamente rilegati, dalle tesi dei laureati agli atti notarili, i repertori, gli indici; per rilegare questi atti originali bisogna attenersi a precise regole e in particolare la rilegatura degli atti notarili, data la loro importanza, deve essere eseguita con la massima cura ed attenzione. 

La legatura è un elemento fondamentale del libro, che ne consente una facile consultazione dando al tempo stesso un aspetto formale e curato all’oggetto in questione. Questo rivestimento è una prima protezione dall’usura del tempo, e per questo motivo la riparazione di dorso e copertina è un tipico intervento di restauro che va ricucire gli originali o ricrearli integralmente laddove necessario/desiderato. La rilegatura infatti è una vera e propria arte: è nel Rinascimento che si diffonde l’abitudine della copertina “ornata”, ossia non solo comoda alla manipolazione ma anche gradevole al tatto e alla vista (pensiamo ai titoli e alle decorazioni in oro). Sono davvero molte le tipologie di rilegatura possibili, così come i materiali da utilizzare: dalla pelle, alla tela, alla pergamena, fino al cartone; ma non tutte si adattano a qualsiasi documento. I costi di produzione e manutenzione (pensiamo alle necessarie operazioni di ripulitura delle rilegature in pelle o cuoio) rappresentano i principali criteri da considerare prima di scegliere una rilegatura. Rivolgiti ai professionisti del settore per il restauro della carta!

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